page 03 _______________The Masque of the Red Death by Edgar Allan Poe



It was a voluptuous scene, that masquerade. But first let me tell of the rooms in which it was held. There were seven--an imperial suite, In many palaces, however, such suites form a long and straight vista, while the folding doors slide back nearly to the walls on either hand, so that the view of the whole extant is scarcely impeded. Here the case was very different; as might have been expected from the duke's love of the "bizarre." The apartments were so irregularly disposed that the vision embraced but little more than one at a time. There was a sharp turn at the right and left, in the middle of each wall, a tall and narrow Gothic window looked out upon a closed corridor of which pursued the windings of the suite. These windows were of stained glass whose color varied in accordance with the prevailing hue of the decorations of the chamber into which it opened. That at the eastern extremity was hung, for example, in blue--and vividly blue were its windows. The second chamber was purple in its ornaments and tapestries, and here the panes were purple. The third was green throughout, and so were the casements. The fourth was furnished and lighted with orange--the fifth with white--the sixth with violet. The seventh apartment was closely shrouded in black velvet tapestries that hung all over the ceiling and down the walls, falling in heavy folds upon a carpet of the same material and hue. But in this chamber only, the color of the windows failed to correspond with the decorations. The panes were scarlet--a deep blood color.

Fu uno spettacolo d'inaudita raffinatezza, questa mascherata; ma desidero descrivere le stanze in cui essa si svolse. Ve n'erano sette, che formavano un unico maestoso appartamento. In molti palazzi però simili fughe di stanze formano una veduta lunga e diritta, mentre le porte a due battenti scorrono sin quasi entro le pareti su ciascun lato, in modo da permettere di abbracciare tutta l'estensione dell'appartamento con una sola occhiata. Qui però la cosa era molto diversa, com'era facile aspettarsi dall'amore del duca per il BIZZARRO. Le camere erano disposte in modo talmente irregolare che lo sguardo stentava a comprenderne poco più di una alla volta. Ad ogni venti o trenta metri vi era una svolta brusca e ad ogni svolta l'effetto era diverso. A destra e a manca, nel mezzo di ciascuna parete, un'alta e slanciata finestra gotica dava su un corridoio chiuso che assecondava le tortuosità dell'appartamento. Queste finestre erano di vetro colorato e il loro colore variava secondo la tinta predominante delle decorazioni della stanza entro la quale ciascuna finestra si apriva. La stanza sull'estremo lato orientale era drappeggiata, per esempio, di turchino; e di un turchino intenso erano le finestre. La seconda stanza aveva gli ornamenti e le tappezzerie purpuree, e purpuree pure erano le invetriate. La terza stanza era tutta verde, e altrettanto le finestre. La quarta era arredata e illuminata in colore arancione, la quinta di bianco, la sesta di violetto. La settima stanza era pesantemente avvolta in panneggi di velluto nero che pendevano ovunque dal soffitto e dalle pareti, ricadendo in pesanti pieghe su un tappeto della stessa stoffa e colore. In quest'unica stanza però la tinta delle finestre non corrispondeva alle decorazioni. Le invetriate erano di colore scarlatto, di un sanguigno cupo.






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